Capodarco l'altro festival

Centoventimila musulmani e solo una moschea, riservata per lo più agli italiani convertiti. Periodicamente, la questione islamica torna ad affacciarsi su tutte le prime pagine dei giornali. Meglio ancora se in clima di campagna elettorale. Giuliano Pisapia, neo sindaco del Centro Sinistra, aveva infatti proposto di iniziare la costruzione di un luogo di culto ufficiale per l’Islam. La risposta dell’ex vice sindaco, Letizia Moratti, non si è fatta attendere: “Quello della moschea non è un tema relativo al culto, bensì alla sicurezza e all’ordine pubblico”. Per l’edificazione bisognerebbe quindi aspettare una legge nazionale che garantisca regole ben precise.  L’unica opinione a non trovare spazio nei media sembra proprio quello dei musulmani. Mentre la politica dibatte, ogni giorno sette centri culturali islamici ospitano le preghiere collettive, in maniera più o meno autorizzata. Certo le paure non sembrano però del tutto infondate: tutti ricordano molto bene l’ex imam di viale Jenner, Abu Imad, condannato a tre anni e 8 mesi per terrorismo. Eppure, allo stesso tempo, questi luoghi di culto “anomali” possono rappresentare un’apertura al dialogo e un laboratorio di convivenza ed integrazione.